FAMIGLIA FRANCESCANA

  Santa Chiara  

A 18 anni, Chiara fugge da una porta secondaria della casa paterna, situata nei pressi della cattedrale di Assisi, San Rufino e raggiunge Francesco d’Assisi e i primi frati minori presso la chiesetta di Santa Maria degli Angeli, già da allora comunemente detta la Porziuncola.

Nata da Favarone di Offreduccio e da Ortolana, appartenente ad un’alta classe sociale, dimostra forza d’animo nelle sue scelte radicali che la inducono a sfuggire il matrimonio predisposto dalla famiglia di origine, per seguire il desiderio di dedicare la vita a Dio.

Nella notte della domenica delle Palme del 1211 o 1212, quando ha solo 18 anni, Chiara fugge da una porta secondaria della casa paterna, situata nei pressi della cattedrale di Assisi, San Rufino. Subito raggiunge Francesco d’Assisi e i primi frati minori presso la chiesetta di Santa Maria degli Angeli, già da allora comunemente detta la Porziuncola, dipendente dal monastero di San Benedetto al Subasio.

A sottolineare la sua condizione di penitente, Francesco le taglia i capelli, le dà una tunica e la fa entrare nel monastero benedettino di San Paolo delle Badesse presso Bastia Umbra a 4 chilometri da Assisi, per poi cercarle ricovero presso un altro monastero benedettino alle pendici del monte Subasio: Sant’Angelo di Panzo. Qui, al riparo dalle ire familiari, viene presto raggiunta dalla sorella Agnese.

Infine Chiara prese dimora nel piccolo fabbricato annesso alla chiesa di San Damiano, che era stata restaurata da Francesco, sotto le dipendenze del vescovo Guido. Qui Chiara fu raggiunta dall’altra sorella Beatrice e dalla madre Ortolana, oltre a gruppi di ragazze e donne, e presto furono una cinquantina.

Qui trascorre quarantadue anni, dei quali ventinove cadenzati dalla malattia. Affascinata dalla predicazione e dall’esempio di Francesco, Chiara volle dare vita a una famiglia di claustrali povere, immerse nella preghiera per sé e per gli altri. Chiamate popolarmente “Damianite” e da Francesco “Povere Dame”, saranno poi per sempre note come “Clarisse”. Molte donne seguirono il suo esempio, quali santa Caterina da Bologna, Camilla da Varano, ossia la beata Battista, santa Eustochia da Messina, sant’Agnese di Boemia.

Ottenne da Francesco una prima regola fondata sulla povertà. Il carisma della donna si manifesta entro le mura del monastero in contemplazione e preghiera, seguendo in parte il modello benedettino da cui si differenzia per la ferma e coraggiosa difesa della povertà. Questo è il tema centrale della sua esperienza mistica, la sequela Cristi, da cui Chiara non vuole essere dispensata nemmeno dal Papa.

 Il cardinale Ugolino, vescovo di Ostia e protettore dei Minori, le diede una nuova regola che attenuava la povertà, ma lei non accettò sconti: così Ugolino, diventato papa Gregorio IX (1227-1241) le concesse il privilegio della povertà, poi confermato da Innocenzo IV con una solenne bolla del 1253( presentata a Chiara pochi giorni prima della morte).

Solo abbandonando i beni materiali e affidandosi a Dio, Chiara si sente libera di percorrere il suo cammino religioso.

È questo l’argomento principale su cui vertono i rari scritti, da cui emerge una donna decisa e fiduciosa (quattro lettere ad Agnese di Boemia, figlia del re Ottokar e la Regola, e altri scritti di cui non si ha certezza di autenticità) che non aiutano però a ricostruirne la figura storica.

Soltanto dopo la sua morte, una Leggenda scritta da Tommaso da Celano ne narra la vita scandita dal silenzio, dalla preghiera, dalla ricerca continua di “altissima povertà”.
Passò la seconda metà della vita quasi sempre a letto perché ammalata, pur partecipando sovente ai divini uffici.

Portando l’Eucaristia sull’ostensorio, avrebbe salvato, secondo la tradizione religiosa, il convento da un attacco di Saraceni nel 1240. Morì a San Damiano, fuori le mura di Assisi, l’11 agosto del 1253, a sessant’anni. A soli due anni dalla morte, Papa Alessandro IV la proclamò Santa ad Anagni (15 agosto 1255). La chiesa ne fa memoria l’11 agosto.

Fonte: Wikipedia